Il  reflusso gastro-esofageo ( RGE) è una condizione clinica diffusa in tutto il mondo e rappresenta per le nazioni un grosso impegno sanitario-economico.

RGE: incidenza

La prevalenza del disturbo varia da Paese a Paese e per fare qualche esempio in Cina si stima che colpisca il 2,5% della popolazione mentre in  Europa il 10-20% e negli USA è l’affezione dell’apparato digerente più frequente.

Inoltre, il RGE è un fattore di rischio per lo sviluppo dell’ esofago di Barrett e l’ adenocarcinoma esofageo, dunque diventa fondamentale la gestione della condizione clinica e la sua prevenzione.

Sintomatologia e management del RGE

Normalmente il passaggio di acidi dallo stomaco all’esofago è fisiologico, ma se tale situazione supera una soglia in frequenza e durata, si possono verificare  sintomi gastro-esofagei sgradevoli, che se persistenti possono portare a quadri clinici patologici.

La  sintomatologia tipica del RGE è rappresentata da  rigurgito acido e/o bruciore retrosternale(pirosi), ma si possono associare altri sintomi come:

  • tosse stizzosa.
  • Abbassamento di voce.
  • Singhiozzo.
  • Laringite.
  • Respiro sibilante.
  • Erosione dentale.
  • Sinusite.
  • Asma.

Convenzionalmente, il  trattamento è principalmente costituito dalla somministrazione di inibitori di pompa protonica e antiacidi.

Sono però noti numerosi altri approcci terapeutici validi come l’ osteopatia che oltre a trattare disturbi del sistema muscolo-scheletrico interviene anche sui sistemi viscerali.

Fattori chiave nel RGE

Per comprendere meglio il reflusso gastro-esofageo è necessario però considerare alcuni aspetti  anatomo-funzionali.

Il Diaframma

Un importante attore nel RGE è il  diaframma respiratorio (ricordiamo che i diaframmi sono 5 e tutti concorrono alle dinamiche funzionali del sistema uomo).

Il  diaframma respiratorio è il  muscolo principale addetto alla respirazione e la sua peculiarità è avere numerosi rapporti anatomici e funzionali con i sistemi del corpo determinandone di conseguenza il buon funzionamento.

 In particolare, si è visto che il diaframma svolge fisiologicamente un  ruolo essenziale nella digestione, come per esempio l’esercitare una sorta di massaggio sui visceri addominali durante i movimenti di discesa e risalite delle cupole diaframmatiche.

Esofago

L’ esofago assicura il  transito degli alimenti dalla cavità faringea alla cavità gastrica.

L’esofago toracico è in contatto con la trachea, il bronco sinistro, la pleura e il pericardio. Quando l’esofago è interessato da  problemi meccanici e/o funzionali può esserci  dolore pre-cardialecausata dalla tensione non corretta dei tessuti che connettono esofago e pericardio.

Posteriormente l’esofago è accompagnato dai due  nervi vago.

L’esofago diaframmatico è in relazione con il pilastro sinistro del diaframma, con l’aorta, con la parte inferiore del polmone sinistro e con le vertebre D10-D11.

A destra il suo bordo è seguito dal piccolo omento e a sinistra dal legamento triangolare sinistro del fegato in continuità con il peritoneo parietale che riveste il diaframma e il peritoneo esofageo.

Stomaco

Lo  stomaco si articola con:

  • il diaframma.
  • Cuore.
  • Pericardio.
  • Polmone sinistro.
  • Pleura.

Prende inoltre contatto con il  fegato attraverso il legamento epato-gastrico (che insieme al legamento epato-duodenae forma il piccolo omento).

Inoltre si evidenzia che il legamento triangolare e il lobo sinistro del fegato penetrano tra il diaframma e la porzione supero-anteriore dello stomaco.

Lo  stomaco contatta anche la flessura splenica del  colon, la milza, il  pancreas, il colon trasverso, il mesocolon, il duodeno e le ghiandole surrenali.

Superiormente, a livello del fondo gastrico troviamo il legamento gastro-frenico che collega il diaframma allo stomaco.

La grande curvatura è applicata alla colonna vertebrale dorso-lombare da D10 a L1 e da essa diparte il legamento gastro-colico da cui prenderà forma il grande omento.

Cenni di biomeccanica

Per comprendere al meglio una  condizione clinica è necessario conoscere le  strutture anatomo-funzionali coinvolte e il loro funzionamento.

Nel nostro caso, in merito alla  biomeccanica-funzionale, dopo il transito buccale e faringeo, il bolo alimentare si presenta all’entrata esofagea.

Qui è importante il  muscolo crico-faringeo che rappresenta un vero e proprio sfintere che, in seguito al suo rilassamento, provoca l’apertura dell’imboccatura esofagea permettendo al bolo alimentare di proseguire il suo percorso.

Nell’ esofago il viaggio del bolo è assicurato dall’azione delle fibre muscolari proprie dell’esofago e dal diaframma.

La funzione del diaframma è prettamente quella di fungere da sfintere tra esofago e stomaco.

Una volta sorpassato il  cardias, ovvero la valvola inferiore dell’esofago, il bolo alimentare entra nello stomaco dove verrà aggredito dai succhi gastrici e speciali enzimi digestivi trasformando il bolo in chimo.

Qui inizierà il vero e proprio processo di  digestione.

In seguito le diverse fibre muscolari dell’organo provvederanno a spingere il bolo verso il  piloro(sfintere inferiore dello stomaco) che una volta rilasciato consentirà il passaggio del chimo nel duodeno e continuare così il suo percorso nel tratto digerente.

È importante sottolineare che l’insieme di tale  dinamica funzionale, può subire delle perturbazioni legate anche a una  non corretta capacità funzionale del diaframma.

Inoltre, si ricorda che l’ esofago è intimamente a contatto con la  colonna cervico-dorsale e le strutture relative alla  meccanica respiratoria, quindi se queste vanno incontro a  variazioni muscolo-articolari-posturali si potranno avere delle ripercussioni sul buon funzionamento esofageo.

Il comportamento esofago-gastrico

Il diaframma nella sua  alterazione funzionale determina, nell’incidenza digestiva, la  risalita di liquido gastrico nella cavità esofagea determinandone  l’irritazione della mucosa.

Una modulazione scorretta delle funzionalità diaframmatiche possono generare  aerocolia ed  aerogastria originati, in parte, da problemi di stasi circolatoria addominale.

gonfiori addominali tendono ad orientarsi in avanti e verso l’alto costringendo il diaframma ad essere respinto ed accentuando il rischio del “ blocco inspiratorio”.

Ogni forma di aerogastria può inoltre influenzare il  ritmo cardiaco in quanto il cuore è in relazione con il diaframma.

Ernia iatale

Lo  stress distensivo della connessione  esofago-stomaco-diaframma può provocare la risalita della parte superiore dello stomaco all’interno dell’ orifizio diaframmatico esofageo del diaframma, causando così la comparsa dell’ ernia iatale.

In questo caso, un’alterazione della funzionalità diaframmatica prolungata, dovuta per esempio a uno stato di  spasmo delle fibre muscolari, può favorire una disfunzione della giunzione gastro-esofagea facilitandone la risalita.

Oltre agli spasmi diaframmatici, anche le pressioni intratoraciche e intraddominali possono influenzare la biomeccanica e la funzionalità gastro-esofago-diaframmatica, dunque è sempre necessario indagare l’origine del disturbo per applicare un  corretto management terapeutico.

Approccio osteopatico

Nell’approccio  osteopatico è determinante il rilasciamento del diaframma respiratorio considerando le sue relazioni con il pavimento pelvico, lo stretto toracico, il pavimento buccale, il tentorio del cervelletto, l’arco costale, l’area sterno-costale, le vertebre lombari, l’area cervico-dorsale e la dinamica cranio-sacrale.

Dopodiché, per essere più  efficaci, è necessario un intervento distensivo sulla valvola ileociecale, lo sfintere di Oddi, l’angolo duodeno digiunale e il piloro.

Tono vagale

Una particolare attenzione la si dovrà rivolgere al  tono vagale che può essere alterato dagli  stress meccanici del diaframma che creano compressioni, trazioni al passaggio dei 2 nervi vago, inducendo di conseguenza  alterazioni funzionali di origine vagali.

Il Metodo QuEBA

Il  metodo QueEBA  prevede la realizzazione dell’ entanglement-intreccio tra i due  sistemi complessi-adattativi: paziente e terapeuta.

Successivamente attraverso il “ sistema informante” costituito dal trinomio  Emozioni-Batteri-Alimenti ( EBA), il “sistema paziente”, mediante la sua  auto-organizzazione, sarà in grado di modificare le proprie  coreografie muscolo-articolari e viscerali permettendo così l’emergenza di nuove potenzialità espressive nella Postura, nella Gestualità e nell’Atto Motorio ( PGA).

L’uomo come sistema complesso e adattativo

Tutto ciò che è  evidenza sintomatologica, in realtà è il  risultato comportamentale all’interno di un sistema uomo non coerente nell’esplicare la normalità funzionale.

In questo modo, viene meno l’adattabilità ad elaborare informazioni sia compatibili che non compatibili.

In questo caso, è fondamentale modificare e rimodulare il comportamento del sistema uomo in quanto partecipe nella sua totale complessità adattativa alla  pre-costruzione  biodinamica , biocinetica, biochimica ed espressiva della disfunzione esofago-stomaco-diaframma.

Ciò comporta una valutazione dinamico-chimica che non ha confini di partecipazione alla realizzazione di normalità comportamentali anche se legati a successivi sintomi dolorosi o patologici.

Sotto tale aspetto, la considerazione  dell’espressione modulante e rimodulante evolutiva batterica è determinante, così come la loro simbiosi con la  compatibilità dell’alimento e nella sequenziale inevitabile  rimodulazione emotivo-comportamentale.

Tutto ciò evolverà in risposte viscerali, muscolo-scheletriche, coreografiche posturali, gestuali e atti motori.

Per cui l’approccio interpretativo  QuEBA  anticiperà tutto ciò che è intervento terapeutico convenzionale sul  sistema uomo, in quanto rimodulerà la sua auto-organizzazione con nascita di  nuove possibilità emergenti che renderanno meglio comprensibile l’intervento terapeutico.

È quindi fondamentale agire sulla  qualità-quantità del microbiota, sulla non- compatibilità degli alimenti in relazione ai batteri e  modificare le frequenze emozionali.

Tutto questo lo si può attuare attraverso i vari test specifici effettuati dagli  operatori QuEBA.

Bibliografia

  • Barral J-P., Mercier P.,  Manipolazione Viscerale 1, Milano, Castello Editore, 1998
  • Souchard E.,  Il Diaframma, Roma, Marrapese Editore, 1982